Brani da La Ninna nanna de la guerra - Trilussa - 1914

per un Dio che nun se vede,/ma che serve da riparo/ar Sovrano macellaro./Ché quer covo d'assassini/che c'insanguina la terra/sa benone che la guerra/è un gran giro de quatrini/che prepara le risorse/pe' li ladri de le Borse.

martedì 11 gennaio 2011

giovedì 17 giugno 2010

Senza commento

martedì 2 marzo 2010

Neanche la legge della chiesa è uguale per tutti

Riporto di seguito un articolo apparso su il Fatto Quotidiano del 27-02-10

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I vescovi spagnoli e la scomunica anti-aborto (ma il re è salvo)
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1 marzo 2010

di Alessandro Oppes

Madrid - Inflessibile, ma non troppo. Dopo l’approvazione definitiva, mercoledì, della legge di riforma dell’aborto voluta dal governo Zapatero, i fulmini della Chiesa spagnola si abbattono su deputati e senatori che hanno votato "sì" al provvedimento: scomunicati senza appello.
La Conferenza episcopale fa però un’eccezione: la ritorsione ecclesiastica esclude benevolmente re Juan Carlos, che nei prossimi giorni dovrà ratificare la norma con la sua firma.
Curiosa la spiegazione del segretario generale dei vescovi, monsignor Juan Antonio Martínez Camino, in evidente imbarazzo di fronte al bombardamento di domande dei reporter: "Quello di Sua Maestà il Re è un caso unico. Non c’è nessun altro cittadino che si trovi in questa situazione. Non si possono applicare i princìpi generali per una situazione unica".

In altre parole: il sovrano non si tocca, e basta. Giustificazione poco convincente, tanto che almeno sette giornalisti hanno incalzato il portavoce dei vescovi, rilevando la contraddizione tra la condanna pronunciata contro i politici (il nome più autorevole è proprio quello del presidente delle Cortes, José Bono, socialista e cattolico praticante) ai quali verrà negato il sacramento dell’eucarestia, e la comprensione nei confronti del monarca.

Ma Martínez Camino, che è anche ausiliare dell’arcivescovo di Madrid, cardinale Rouco Varela, ha tagliato corto: "Non ho nient’altro da aggiungere. A tutti i cattolici, a qualunque partito appartengano, si trovino dove si trovino, abbiamo trasmesso la dottrina generale della Chiesa, e le conseguenze che comporta l’appoggio a questa legge". A tutti, tranne uno. Tanto che, nell’accesissimo dibattito che si è subito sviluppato nei forum su Internet, fioccano le accuse di ipocrisia nei confronti della Chiesa.

Ma, per togliere d’impaccio il re cattolico, c’è già chi ha pensato di lanciargli un salvagente promuovendo la campagna majestadnofirme.com, ampiamente pubblicizzata dai media più conservatori. Già 50 mila le firme raccolte in calce a una lettera aperta dai toni apocalittici. La riforma dell’aborto viene definita "una delle maggiori ingiustizie che verranno commesse nella storia di Spagna".

Poi l’appello accorato: "Per favore, Maestà, non sanzioni con la sua firma questo nuovo Olocausto". Il suggerimento che viene dato al monarca è, in sostanza, quello di seguire l’esempio di re Baldovino del Belgio che, nel 1990, quando il Parlamento di Bruxelles decise la depenalizzazione dell’aborto, si autosospese dall’incarico per 36 ore per evitare di dover ratificare il provvedimento. Una sorta di abdicazione temporanea per obiezione di coscienza: una situazione prevista dalla Costituzione belga, in base alla quale il Consiglio dei ministri, vista "l’incapacità momentanea a regnare del rappresentante della Corona", ne assunse i poteri e firmò la legge.

Difficile che questa eventualità possa ripetersi in Spagna, anche se dal Palazzo della Zarzuela non è ancora arrivata nessuna comunicazione ufficiale riguardo alle intenzioni del monarca.
Tuttavia, già cinque anni fa, quando fu subissato di richieste dal mondo cattolico perché si rifiutasse di avallare con la sua firma l’introduzione nella legislazione spagnola dei matrimoni gay, re Juan Carlos decise di non sottrarsi ai suoi doveri costituzionali.

La pietra dello scandalo è una norma che, in realtà, adegua la legislazione spagnola a quella della maggioranza dei paesi dell’Unione europea: una legge che prevede la libertà di interruzione della gravidanza nelle prime 14 settimane, la autorizza fino alla 22esima in caso di serio pericolo per la vita o la salute della madre o grave anomalia del feto.
Nelle settimane successive, sarà possibile abortire solo nel caso di anomalie fetali incompatibili con la vita o quando si rilevi nel feto "una malattia estremamente grave o incurabile". Ce n’è abbastanza per mettere il mondo cattolico sul piede di guerra: più di 200 organizzazioni hanno annunciato una manifestazione già per il prossimo 7 marzo. E, venti giorni dopo, sarà la Conferenza episcopale a mobilitare i fedeli di tutta la Spagna.

da il Fatto Quotidiano del 27 febbraio

sabato 23 gennaio 2010

mercoledì 20 gennaio 2010

Per la tv tedesca ZDF la pizza fatta da Berlusconi si chiama "pizza corruptioni"

Per chi avesse ancora dubbi su quale sia il tasso di considerazione di cui gode all'estero Silvio Berlusconi:

lunedì 18 gennaio 2010